Secondo capitolo di “Giul-IA e la pubblica amministrazione del 2100”

“La migliore via per predire il futuro è inventarlo” (Alan Kay)
Mi svegliai. Sorseggiai un caffè rigorosamente amaro e mi trovai a riflettere sulla vividezza del sogno appena fatto, sulla sensazione di avere toccato con mano un futuro che sembrava così lontano eppure così tangibile. La pubblica amministrazione del 2100.
Era solo un sogno, certo, ma anche i sogni hanno il loro peso. Sono i semi delle idee, i precursori dell’ispirazione. Mentre la giornata prendeva il via, mi chiesi: e se Giul-IA fosse di più che un semplice sogno? E se fosse una profezia autoavverante, un obiettivo verso cui tendere, un ideale da realizzare?
Decisi di lasciare che il sogno guidasse le mie parole. Seduto alla mia scrivania, iniziai a scrivere non quello che sapevo, ma quello che avevo sognato. Giul-IA non era più solo un personaggio immaginario; era diventata un simbolo, una rappresentazione di ciò che potrebbe essere se osassimo guardare oltre i limiti del presente. Una visione.
Il racconto di Giul-IA prese forma sulla pagina, una narrazione che intrecciava realtà e fantasia. Ogni paragrafo era un passo verso quella Nuova Roma, ogni capitolo un edificio nella Città Metropolitana del futuro. Scrivere di lei era come disegnare una mappa di possibilità, un invito a immaginare e costruire insieme il domani.
E così iniziai …..
Giulia, o come preferiva essere chiamata, “Giul-IA”, si alzò dal suo posto di lavoro, uno spazio ergonomico che si adattava alla sua postura e al suo stato d’animo.
Marco, il suo assistente olografico, apparve al suo fianco. “Hai un meeting tra dieci minuti nel Laboratorio di Idee,” gli ricordò. Il Laboratorio di Idee era uno spazio dinamico dove i dipendenti si riunivano per brainstorming e progetti collaborativi. Gli ologrammi di colleghi da altre parti del mondo erano già presenti, discutendo animatamente intorno a un modello olografico di un nuovo sistema di trasporto pubblico.
Dopo il meeting, Giul-IA prese una pausa nel “Giardino Sensoriale”, uno spazio dove la realtà virtuale creava un’ambientazione rilassante basata sulle preferenze personali. Per lei, era una spiaggia al tramonto, con il suono delle onde che le dava un senso di pace. In sottofondo si sentiva appena la musica di Debussy.
Tornata nel suo ufficio, stava familiarizzando con l’olografica interfaccia del suo nuovo ufficio quando una figura sorridente si materializzò accanto a lei, i pixel olografici sfumando fino a rivelare un volto amichevole.

“Salve! Sei Giul-IA, giusto? Ho sentito che oggi è il tuo primo giorno. Io sono Alex, specializzato in progettazione urbana sostenibile,” disse il collega, offrendo una mano che brillava leggermente per l’interfaccia di realtà aumentata che indossava.
Giul-IA accettò la stretta, i suoi sensori tattili integrati nel guanto smart simulando la sensazione di una stretta di mano umana. “Esatto, piacere di conoscerti, Alex. Sì, è il mio primo giorno e sono un po’ sopraffatta. La mia laurea in amministrazione futuristica non mi aveva preparata a un ambiente così immersivo,” rispose con un sorriso incerto.
Alex annuì, comprendendo. “Ah, l’adattamento tecnologico è sempre una sfida all’inizio. Ma vedrai, la tua formazione sarà preziosa. Stiamo sempre cercando nuove prospettive per gestire le risorse della città in modo più efficiente.”
Giul-IA si illuminò all’idea. “Spero di poter applicare la teoria alla pratica qui. Sono particolarmente interessata a come la tecnologia può servire la governance e l’amministrazione pubblica.”
“Perfetto, c’è un progetto che potrebbe essere nel tuo ambito. Stiamo sviluppando un nuovo framework per la democrazia digitale, e la tua competenza potrebbe essere cruciale,” propose Alex, con un entusiasmo contagioso.
“Sarei onorata di dare il mio contributo. La democrazia digitale è uno dei campi che ho studiato con più interesse,” disse Giul-IA, sentendo crescere dentro di sé una nuova fiducia.
“Bene, allora parliamone durante il pranzo. Ti mostrerò anche il nostro ‘Nodo Gastronomico’, dove potrai gustare le specialità locali del 2100,” aggiunse Alex con un sorriso.
Giul-IA sorrise a sua volta, rassicurata e già immersa nel suo elemento. “Grazie, Alex. Non vedo l’ora.”
La pausa pranzo arrivò come un benvenuto interludio nella giornata di Giul-IA, un momento per staccare e rigenerarsi. Seguì i suoi colleghi verso la zona dedicata alla ristorazione, dove i “Nodi Gastronomici” erano un trionfo di biodiversità e innovazione culinaria. Il menu olografico lampeggiava con opzioni che variavano dalla cucina molecolare ai classici della tradizione, tutti reinterpretati con una svolta del 2100.
Il pranzo era un’occasione sociale, un momento per connettersi con colleghi di altri dipartimenti e condividere idee in un contesto informale.
“Oggi hanno la carbonara 4.0,” disse Alex con un sorriso, indicando un piatto nel menu olografico.
“Carbonara?” ripeté Giul-IA, incuriosita. “Non è un piatto tradizionale italiano?”
“Sì, ma aspetta di vedere la versione qui.” Alex fece un cenno a un cuoco-robot, che iniziò a preparare il piatto con una precisione e grazia meccanica.
La “carbonara 4.0” era un’opera d’arte culinaria. I filamenti di spaghetti venivano estrusi al momento da una stampante 3D alimentare, arricchiti con una sintesi di proteine ottimizzata. Al posto del guanciale, venivano utilizzate strisce di “guanciale sintetico”, coltivate in laboratorio con lo stesso sapore affumicato del tradizionale, ma con un impatto ambientale notevolmente inferiore. L’uovo era perfettamente cotto a bassa temperatura in un guscio trasparente, permettendo di vedere il tuorlo sospeso come un sole dorato.
“Si tratta di un’esperienza multisensoriale,” continuò Alex, mentre il cuoco posizionava con cura il tuorlo sopra gli spaghetti. “Guarda.”
Con un gesto delicato, Giul-IA ruppe il guscio e il tuorlo si sparse, amalgamandosi con i spaghetti mentre un sensore di calore attivava la crema di formaggio per formare la salsa. Il profumo che si sprigionò fu immediatamente riconoscibile e invitante, un legame con il passato in un piatto profondamente radicato nel presente.
Mentre assaggiava il primo boccone, Giul-IA chiuse gli occhi, lasciando che il sapore familiare ma allo stesso tempo nuovo la trasportasse. “È incredibile,” esclamò, “un perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione.”
“Sì,” rispose Alex, “qui amiamo rispettare le radici del cibo, ma non possiamo negare il nostro spirito innovatore. Come in ogni altro aspetto della vita nel 2100.”

I due risero, condividendo il piacere di un piatto storico reinventato per un’epoca futura. Per Giul-IA, quel pranzo simboleggiava la sua transizione verso una nuova fase della vita, un equilibrio tra ciò che sapeva e ciò che stava per scoprire.
Concludendo la giornata, Giul-IA si recò nella “Sala dei Feedback” per condividere alcune riflessioni su un nuovo sistema di partecipazione cittadina che stava testando. Era importante per lei sentirsi parte di una comunità che valorizzava le opinioni di tutti. Mentre usciva dall’edificio, guardò il panorama della città sottostante, le luci brillanti e le strutture avanzate. Sapeva che la sua giornata era solo un piccolo ingranaggio in una macchina ben oliata, ma si sentiva orgogliosa di contribuire a un futuro migliore.

Con la collaborazione di Giul-IA
Le immagini sono state create con Dall-E
Giul-IA dopo una una giornata di lavoro…
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