Il punto sui contratti del pubblico impiego (12 ottobre)

L’ipotesi di accordo del contratto sanità 2019-2021 è all’esame della Corte dei Conti. Si tratta dell’ultimo passaggio della fase di controllo. Dopo la certificazione della Corte che, secondo la legge deve essere fatta entro 15 giorni lavorativi, l’Aran e le organizzazioni sindacali potranno firmare definitivamente il contratto. Il tutto dovrebbe avvenire entro fine mese.

L’ipotesi di accordo del contratto delle funzioni locali 2019-2021 ha superato la fase dei controlli governativi, MEF e Funzione pubblica, e ora deve passare al Consiglio dei ministri per l’approvazione definitiva. Probabilmente sarà il nuovo Consiglio che approverà il contratto. Comunque, anche in questo caso siamo ormai nella fase finale.

Per il comparto Istruzione ricerca continuano serrate in Aran le riunioni sulle varie sezioni del contratto, Università, Ricerca e AFAM. La prossima settimana è calanderizzata una riunione sulla parte generale del contratto. La richiesta del Ministro Bianchi di integrazione dell’atto di indirizzo per l’utilizzo da parte del CCNL dei 300 milioni, è all’esame del Mef.

Una risposta a “Il punto sui contratti del pubblico impiego (12 ottobre)”

  1. Francescodice:
    21/11/2022 alle 10:37

    Con il cedolino di novembre 2022 si è concretizzato il disegno abominevole ideato dai firmatari del CCNL 2019-2021. Questo è solo l’inizio e il il prossimo contratto integrativo (per noi del ministero dell’interno e non solo) ne darà una ulteriore conferma. L’appiattimento è sotto gli occhi di tutti e, ciliegina sulla torta, il Fondo Risorse Decentrate ne è la conferma.
    E intanto mentre per coloro in servizio si redistribuiscono le componenti stipendiali e si pongono le solide basi di un futuro appiattimento dei ruoli della PA, per i nuovi assunti si decurtato gli stipendi senza colpo ferire del 25/30%. Da un lato la PA recluterà personale con stipendi più bassi, dall’altro i sindacati avranno le mani libere per completare il loro disegno di appiattimento economico e funzionale dei dipendenti pubblici. Il tutto con la benedizione dell’ARAN e della politica tutta.
    E’ ancora il caso di starsene zitti e/o rivendicare diritti, meriti e quant’altro per poter accedere ad un meccanismo perverso che porta all’impoverimento di tutto il settotre pubblico?
    Diciamo no e uniti rivendichiamo il ruolo che ci appartiene, istituire il ruolo direttivo della PA è l’unica strada percorribile

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