Le sfide per la Pubblica amministrazione del futuro. Qualche suggerimento per il ministro che verrà

Palazzo Vidoni

L’attuale legislatura e’ finita anzitempo per l’ennesima crisi di Governo della nostra Repubblica. Il 25 settembre si vota e quindi ci sarà un nuovo Parlamento, un nuovo Governo e un nuovo ministro per la pubblica amministrazione.

Tra poco ci saranno i programmi dei vari partiti politici o schieramenti. Cosa scriveranno sulla Pubblica amministrazione e sul pubblico impiego?

Proviamo a suggerire qualche contributo. Innanzitutto, speriamo che non ci sia la promessa dell’ennesima riforma sulla pubblica amministrazione. Non servono nuove leggi.

Occorre ripensare al lavoro pubblico,
puntando a riorganizzare l’intera macchina amministrativa. Riorganizzare non vuol
dire “riformare” con interventi legislativi, vuol dire invece agire sulle leggi esistenti, al massimo con piccoli interventi di
adattamento, riconsiderando gli assetti organizzativi di ogni singola amministrazione.

Riorganizzare tenendo conto della specificità di ogni singola amministrazione, di ogni singolo ente. Una revisione che non parte dall’alto, ma nasce dal basso, in ogni amministrazione (ministeri, enti pubblici, regioni, comuni, asl, scuole ecc.)

Per far questo si può pensare di rinnovare con i sindacati il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale.

E’ passato più di un anno dalla firma del Patto tra Governo e sindacati. Pochi lo ricordano, ma è stato il primo atto politico del Governo appena dimesso.

Il patto ha rappresentato a mio avviso un documento strategico importante che ha sancito una forte comunità di intenti tra Governo e sindacati del pubblico impiego.

Mettere al centro della politica del governo il ruolo della Pubblica amministrazione, in qualità di motore per lo sviluppo, rappresenta sicuramente un forte segnale di attenzione nei confronti di un settore che ha un notevole impatto sulle politiche pubbliche.

L’innovazione dei settori pubblici, sostenuta da opportuni investimenti in digitalizzazione, richiede una partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori, in grado di sostenere e accompagnare l’adeguamento dei servizi ai nuovi e mutati bisogni dei cittadini.

In questo quadro il compito dell’Aran sarà quello di completare il rinnovo dei contratti di lavoro. Firmati i contratti delle funzioni centrali e sanità, giunto alla fase finale quello delle funzioni locali, mancherà quello dell’Istruzione e poi quelli della dirigenza tra cui spicca quello dei medici.

In particolare, è importante proseguire sulla strada della definizione della nuove competenze necessarie per una pubblica amministrazione volta alla transizione digitale ed ecologica.

Poi si dovrà continuare a lavorare sugli obiettivi legati al PNRR (Milestone 56)

La definizione dei profili professionali alla luce dei nuovi ordinamenti professionali previsti dai nuovi contratti, rappresentano la chiave per puntare sui giovani e per rinnovare la pubblica amministrazione

Fondamentale accompagnare le amministrazioni per la definizione del piano delle competenze su cui costruire la programmazione dei fabbisogni e le assunzioni del personale, sulla base di una puntuale ricognizione, tenuto conto della revisione dei profili professionali necessari per accompagnare le pubbliche amministrazioni verso l’innovazione tecnologica.

Sui profili professionali vedi https://antonionaddeo.blog/2022/05/04/il-capitale-umano-nel-ccnl-funzioni-centrali-pubblico-impiego/

Poi occorre investire con decisione e ovviamente con risorse adeguate sulla formazione del personale.

La formazione è una leva importante nella gestione del capitale umano, che non deve essere un mero adempimento, ma utilizzata dalle amministrazioni per raggiungere gli obiettivi strategici prefissati. Ancora oggi le amministrazioni lasciano alla singola persona la responsabilità del proprio aggiornamento professionale, questo è quanto di più sbagliato si possa fare. I piani di formazione sono lo strumento per pianificare in modo adeguato gli interventi formativi e trasformare il capitale umano in capitale intellettuale.

Infine il ruolo della dirigenza. Anche in questo caso più che un intervento legislativo è necessario lavorare sul sistema di reclutamento. Il dirigente più che un esperto di diritto amministrativo o in diritto costituzionale (che ovviamente deve conoscere), deve essere un gestore di risorse umane e finanziarie. Bravo a valutare le persone, a risolvere controversie e capace di prendere decisioni. In sintesi non un dirigente dell’adempimento, ma un dirigente che abbia competenze manageriali, che conosca gli strumenti e le leve per raggiungere gli obiettivi fissati dall’autorità politica.

Il filo conduttore di queste sintetiche proposte e’ la persona. Il ministro che verrà riparta dalle persone, dal capitale umano e professionale per puntare ad avere un pubblica amministrazione più efficiente e più vicina ai bisogni dei cittadini.

3 risposte a “Le sfide per la Pubblica amministrazione del futuro. Qualche suggerimento per il ministro che verrà”

  1. Sarebbe bello e utile poter confidare nella presenza di dirigenti aventi capacità manageriali.
    Mettiamo per ipotesi che chi è chiamato a reclutare gli anzidetti dirigenti sia effettivamente capace di valorizzare le capacità manageriali dei candidati, mi chiedo con quali risorse finanziarie un neo-dirigente con abilità manageriali potrebbe mettere in pratica tutte quelle belle cose della motivazione e bla, bla, bla…

    Se penso a quanto accade nella mia amministrazione… Il personale ancora non riceve i trattamenti economici accesso premianti delle performance del 2019!!! E quando li vedrà accreditati sui rispettivi conti correnti, l’unico effetto concreto sarà l’ulteriore profonda demotivazione per il senso di prostrazione provato perché realizzerà che l’impegno profuso 3 anni prima non sarà terrà conto del principio di corrispettività tra la prestazione resa e quella retributiva elargita.

    Sono consapevole che tutte le Amministrazioni pubbliche sono diverse le une dalle altre, ma non posso pensare alla povertà di spirito e di iniziativa che si consuma in quella dell’Amministrazione giudiziaria ove la classe dirigente è scelta tra pomposi soggetti provenienti dalla magistratura collocati in ogni ruolo, compreso quello prettamente amministrativo di via Arenula.

    Il quell’amministrazione si pensa che la motivazione si procuri con una semplice pacca sulla spalla del dipendente. Sia ben inteso, anche quella “pacca” può avere la sua importanza nella gestione delle relazioni interpersonali, ma non può pensarsi che tutto si esaurisca soltanto in questo gesto.

  2. “Il ministro che verrà riparta dalle persone” in questo ordine bisogna considerare che “probabilmente” anche il Ministro che verrà sarà una “persona”. Quindi l’esortazione deve essere indirizzata ai candidati cioè ai cittadini che dovranno scegliere con il voto la “persona” a cui affidare l’incarico di governo.

    1. Corretto!👍🏼

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